Tra abolizione degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) e scadenze della legge Ronchi, il futuro della gestione dell'acqua avra' di fronte a se' un anno intenso.
Una questione che riguarda oltre 56 milioni di cittadini, regolati da 92 Ato, e su cui potrebbe esserci anche l'indizione di un Referendum abrogativo da svolgersi, eventualmente, entro giugno 2011.
Le regioni dopo la proroga di un anno dell'abolizione degli Ato contenuta nel decreto Milleproroghe, dovranno pensare a un 'supplente' di questi distretti idrografici.
In media ogni Ato, per il settore idrico, riguarda oltre 600.000 cittadini (617.094). Alla quota delle gestioni mancano pero' 23 affidamenti, sono affidate 69 (32 al nord, 17 al centro, 20 al sud).
I 92 Ato sono suddivisi tra 45 al nord, 19 al centro, 28 al sud. In totale le societa' affidatarie sono 114 (74 al nord, 19 al centro, e 21 al sud), la media nazionale e' di 1,7 per ogni Ato.
Per le scadenze legate al dl Ronchi, non oggetto di proroga, si parte dalle modalita' dell'affidamento. Le date limite sono due: la fine del 2010 per l'affidamento diretto non seguendo le normative Ue; la fine del 2011 seguendo le indicazioni Ue (si prosegue poi con altre regole al 2013 e al 2015).
I due provvedimenti nascono da esigenze diverse: per gli Ato il legislatore intendeva porre un freno ai costi della politica, mentre con il dl Ronchi ci si allinea alle direttive Ue. Su quella che da alcuni movimenti viene definita come la 'privatizzazione' della risorsa idrica, si aspetta ora la sentenza della Corte costituzionale che entro la meta' di febbraio dovra' esprimersi indicando i quesiti ammessi.
Nessun commento:
Posta un commento