mercoledì 15 dicembre 2010

Recupero e utilizzazione delle aree marginali e degradate di Roma - Mappatura "orti urbani"

La città di Roma si caratterizza oggi per una fortissima connotazione agreste che sopravvive a dispetto delle incessanti tendenze di espansione urbana e dei crescenti processi di evoluzione socio-produttiva che hanno accompagnato le sue più recenti fasi di sviluppo. A tal proposito, Roma è stata riconosciuta come la più estesa capitale agricola d'Europa, con 129.000 ettari di superficie, di cui 88.000 destinati a verde urbano e ben 60.000 riservati agli usi propri dell'agricoltura.
Di questo immenso patrimonio ecologico, buona parte è composta da giardini, parchi pubblici, riserve naturali, ville storiche e aree golenali, ma una parte nient'affatto trascurabile risulta essere destinata agli "orti cittadini". Scopo del progetto è stato quello di evidenziarne la valenza socio-culturale e contribuire alla riqualificazione del tessuto urbano mirando alla valorizzazione degli spazi verdi e di quelle aree agricole della città più marginali e/o degradate, da destinarsi a scopi di pubblica utilità. Allo stesso tempo, si è perseguito lo scopo della tutela e salvaguardia dell'eco-ambiente urbano, favorendo una maggiore e più completa integrazione tra centro e periferia e tra uomo e territorio. Il progetto è stato sviluppato in quattro fasi. In un primo momento si è proceduto ad una mappatura e sistemazione cartografica delle aree verdi pubbliche di proprietà comunale; in seconda istanza è stata realizzata una "banca della memoria", relativa alla conservazione e alla divulgazione della pratica degli orti, che consente di salvaguardare un intero patrimonio di conoscenze che appartiene a pieno titolo alla memoria collettiva della città di Roma. Una terza fase ha interessato la raccolta di "best practice" sul tema degli orti urbani, conseguita attraverso la redazione di un manuale contenente le recenti pubblicazioni in materia di conduzione degli orti urbani, sia a livello nazionale che internazionale. Nell'allegato documento in formato .pdf viene riportata la sintesi di quanto realizzato e presentato durante la "Settimana della biodiversità. Alla scoperta dei legami tra cultura, cibo e natura".




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lunedì 15 novembre 2010

Come il wwf collabora con le imprese

I cambiamenti climatici, le conseguenze dell’impatto antropico sui sistemi naturali e il ritmo di consumo delle risorse costituiscono fenomeni che negli ultimi anni hanno assunto un livello di penetrazione mai registrato prima, per le aziende, per i media e per l’individuo in qualità di consumatore finale.
Questo processo ha favorito una progressiva integrazione della dimensione ambientale nelle strategie di business delle aziende e l’affermazione di un nuovo modo d’intendere la responsabilità d’impresa definibile come “Business Sustainability”.
In questo scenario, il WWF costituisce un importante acceleratore di processo per le imprese cheintendono cogliere l’opportunità di una partnership innovativa e sfidante, attraverso:

• Il coinvolgimento in programmi di riduzione degli impatti ambientali della produzione e percorsi di orientamento della policy ambientale. Avviare programmi di riduzione degli impatti ambientali della produzione e percorsi di orientamento della policy ambientale


• Il sostegno di progetti di conservazione WWF, identificati sulla base delle esigenze di marketing di ogni singola impresa


• Lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione congiunte sulle tematiche ambientali, rivolte ai dipendenti delle’impresa, ai consumatori clienti/ e al grande pubblico


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